Download Torrent chiudono solo apparentemente, secondo le ultime indiscrezioni i pirati hanno adottato una nuova tecnica per condividere materiale coperto da copyright utilizzando i vari sistemi di condivisione in cloud come Google Drive, Dropbox e Mega.
Download Torrent chiudono: ora c’è il cloud
La fine dei grandi siti come KickAssTorrent, Extratorrent e Yifi è dovuto alla campagna anti pirateria condotta ormai da tempo e all’aumento dei cyberlocker. Tutto ciò ha spinto i pirati informatici a inventare nuove tecniche per scambiare materiale e a muoversi in una direzione che sembra portare ai vecchi tempi d’oro di Megaupload.
Quindi potremmo affermare con certezza che la vecchia espressione comunemente utilizzata torrent=pirateria non più valida dato che si stanno adottando nuovi servizi come, il più famoso, Google Drive.
Sommario
Come avviene lo scambio?
Se tutti i siti di condivisone materiale pirata stanno battendo il fronte come avviene ora lo scambio? Sembra che a tenere il pugno ben saldo sia Pirate Bay e che stia facendo strada a un nuovo metodo per la condivisione di file protetti da copyright. Utilizza no i servizi di archiviazione in cloud: Google Drive, Dropbox, e Mega. A capo c’è Drive che è maggiormente utilizzato per questo scopo, secondo i Gadgets 360°.
Gli Studios di Hollywood e altri detentori di dirittihanno tempestato il colosso di Mountain View con richieste di rimozione di contenuti ospitati sulla nuvola. Per l’esattezza, quasi 5mila nell’arco di soli 30 giorni come riporta il sito wired.com, e ogni richiesta aveva in sé centinaia di link interessati.
Download Torrent chiudono? Ecco come trovarli
La procedura che viene utilizzata è apparentemente molto semplice. I video vengono caricati sulla piattaforma You Tube per essere indicizzarti per poi di colpo sparire dai risultati di ricerca. Solo allora vengono condivisi i link su Drive che riportano al contenuto. Stesso metodo utilizzato anni fa, riportato da The Next Web, che utilizzavano i fan della pirateria porno sfruttando la possibilità di non rendere pubblici i video e aggirando il sistema di protezione di Google.
Facebook?
Per aumentare la condivisione dei materiali protetti veniva utilizzato anche Facebook, ovvero i vari gruppi presenti sul social non a caso a novembre dello scorso anno la piattaforma fece un giro di vite di gruppi dedicati allo scambio di musica pirata.
Conclusione
Secondo il database Lumen, che archivia richieste di rimozione, se 4700 sono state rivolte a Google, molte meno sono spettate a Dropbox (200), OneDrive e Mega (100 ciascuno).
Ora che è stata scoperta questa strada per diffondere materiale protetto e i download torrent hanno chiuso i battenti quale sarà l’ulteriore alternativa utilizzata dai pirati informatici? È i proprietari di questi servizi quale procedura adotteranno per impedire che ciò si ripeta? Quali saranno le nuove misure di sicurezza che adotterà Google?
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